La destinazione d’uso

Credo che da ora in poi questo blog subisca una nuova mutazione.

Mi spiego meglio: articoli ormai ne ho scritti a iosa sugli argomenti più disparati, potete ricercarli tranquillamente e trovare di tutto.

Ma ora, Febbraio 2020, i dati di fatto sono questi: come knitter ormai sono stata giustamente surclassata da designer che hanno saputo coniugare straordinarie capacità con la corretta presenza sui social; come appassionata di cucito sono abbastanza negata nel fotografare e ritrarre in maniera corretta tutti i passaggi per poter essere correttamente usufruibile e, più in generale, come blogger ormai sono una “desaparecida” cronica.

Le giustificazioni delle mie assenze sono sempre le più disparate: sono stanca dal lavoro di tutti i giorni, sono demotivata dalle mie capacità, ho qualcos’altro da fare, che figura faccio se dico che sto ancora lavorando al cardigan di cui ho parlato a Ottobre (che è pure vero)… ma la verità nuda e cruda è che so tutte scuse.

SONO PIGRA. Fine della storia.

Non c’ho voglia e non ho nemmeno intenzione di farmela venire per fare “la gara” a chi è più social, chi è più brava, chi ha più follower, chi fa il design con i maggiori download, chi da più lezioni in giro, chi ha scritto più libri.
Non è da me, non fa parte del carattere che ho adesso.

Sarà che quest’anno faccio gli anni di Cristo e ormai un po’ di sale in zucca mi è restato.

Una relazione sulla verità

Sarei ipocrita a dire che non mi piacerebbe avere “successo” nel mondo delle blogger italiane di fai-da-te.
Oh, quanto sarebbe bello avere un lavoro con ritmi diversi, conoscere persone tramite questo mondo (come d’altronde facevo in passato), venire continuamente stimolata creativamente a raggiungere la perfezione!

Ma per fortuna faccio un lavoro che mi soddisfa al 100% nonostante lo stress che mi dona: mi permette di vivere esperienze che non tutti possono vivere e anche se stanca tutto ciò mi rende relativamente stabile economicamente.
Un lavoro stabile mi permette di regalarmi degli sfizi a cui altrimenti dovrei certamente rinunciare: nel 2019 ho comprato tagliacuci (una Brother Lock 2104d), cambiato macchina da cucire (una Brother Inno-vis F410) e all’inizio di quest’anno ho comprato un manichino regolabile professionale e il tavolo prolunga della Inno-vis.
Questo elenco non è per vantarmi, semplicemente una dimostrazione che se fossi solamente una blogger sarei ancora nella situazione economica che avevo quando ho aperto il blog. Ossia alla canna del gas.

Adesso diciamo che se mi arriva una bolletta non mi metto a piangere subito.
Piango dopo circa mezz’ora. Sono traguardi!

Quello che voglio fare

Tutta la pappardella scritta in precedenza per arrivare a questo. Sopportatemi ancora un po’.
Data la mia proverbiale incapacità di mantenere dei ritmi coerenti in questo posto credo che sia meglio che ne modifichi leggermente la destinazione d’uso.
Ossia lo userò per me. Per essere produttiva.
Questo 2020 ho una lista incredibile di cose da fare: devo cucire molto (ho un sacco di stoffa con progetti già assegnati) sempre per il guardaroba vintage; consumare almeno metà del filato che ho a casa; vorrei scrivere almeno un modello di accessorio e metterlo in vendita (vorrei creare una sorta di “rivista” micro, dove il pattern costa la cifra simbolica di un caffé e una brioche al bar, giusto perché trovo che sia corretto che il lavoro di editing e testing venga supportato), ho almeno 4 cartamodelli impegnativi da provare e sdifettare e voglio avere un posto digitale dove fare una sorta di back-up di tutto ciò che studio.
Perché sebbene qui non si veda più niente, io sto studiando molto. Di cucito, riproduzione storia (a maglia e cucito), di ricamo, di pizzo ad ago, di fitting. Però ce l’ho tutto in testa, o scritto male su un traveller’s notebook.

Perciò voglio scrivere qui con questo scopo.

Pubblicato da Ekeloa

Mi chiamo Paola, ho 36 anni e sono italiana. Quando prendo in mano i ferri, del filo o della stoffa, accadono magie. O casini. O tutte e due.

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